Totò

Totò, pseudonimo di Antonio de Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), è stato un attore, commediografo, poeta, paroliere e sceneggiatore italiano. Soprannominato «il principe della risata», oltre che simbolo dello spettacolo comico in Italia, è considerato anche uno dei maggiori interpreti del teatro e del cinema italiano grazie ad alcuni ruoli drammatici, come quello di Totò in Uccellacci e uccellini che gli valse il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista e la Menzione speciale al Festival di Cannes del 1966. In quasi cinquant’anni di carriera è stato protagonista di oltre cinquanta spettacoli teatrali, novantasette pellicole cinematografiche, film per la televisione e svariati filmati pubblicitari raggiungendo, con numerosi suoi film, i record d’incasso. Il suo inconfondibile stile interpretativo, basato soprattutto sull’improvvisazione e la gestualità, ha fatto sì che venisse accostato alle maschere della commedia dell’arte ma anche ad attori comici come Buster Keaton, Charlie Chaplin, i fratelli Marx ed Ettore Petrolini. Spesso stroncato dalla maggior parte dei critici cinematografici, verso la fine della carriera la predilezione per ruoli più impegnati lo hanno consacrato come uno dei maggiori interpreti dello spettacolo italiano mentre un suo film, Totò a colori (1952) è compreso nella lista dei 100 film italiani da salvare compilata nel 2008 per la Mostra internazionale del cinema di Venezia.

Per la sua atmosfera insolita e spensierata, Uccellacci e uccellini incuriosisce, rivelandosi un film straordinario, sbalorditivo. Il temperamento autenticamente tragico di Pasolini permette allo stesso regista di evocare la Terra nel suo divenire, inerme preda di un inarrestabile degrado, che l’avvento inesorabile della società dei consumi accelera e favorisce. Nel loro incedere cadenzato i due protagonisti si imbattono nell’angoscia di chi vive nella fame e nell’ingiustizia, e discettano sul mistero della vita e della morte.

L’ambito spaziale è quello delle frange periferiche romane, là dove la città si innesta nelle campagne determinando un cambio irreversibile e la distruzione definitiva di un mondo arcaico, quasi sacro e magico. Sin dalle prime battute, Uccellacci e uccellini si presenta come un film tutto giocato sulla metafora e sui simboli, una sorta di apologo umoristico in cui la realtà è incessantemente mutata nella propria dimensione figurale, allegorica, favolistica. Il vagabondaggio dei due “picari” viene affiancato dal corvo parlante, rappresentazione dell’intellettuale di sinistra degli anni Cinquanta, l’intellettuale laico e borghese, che incalza Totò e Ninetto con mille domande, parlando e parlando, nel tentativo di convincerli con la saggezza delle sue parole.

Regia, soggetto e sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, 1966 – 85’

Cast: Totò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Francesco Leonetti, Gabriele Baldini, Riccardo Redi

Musiche: Ennio Morricone

Lingua originale con sottotitoli in greco

Marcello detto Totò e suo figlio Ninetto vagano per le periferie e le campagne intorno a Roma come moderni picari. Durante il loro cammino hanno una serie di incontri tra il grottesco e il caricaturale: un corvo che racconta loro la storia di Ciccillo e Ninetto (sempre interpretati da Totò e Ninetto Davoli), due frati francescani cui san Francesco ordinò d’evangelizzare i falchi e i passeri. In seguito i protagonisti incontrano altri personaggi tra cui alcuni proprietari terrieri, una famiglia molto povera, una compagnia d’attori girovaghi, i partecipanti al 1º convegno dei dentisti dantisti e un uomo d’affari di cui Totò è debitore. Infine i due protagonisti si ritrovano ai funerali di Togliatti e poi incontrano Luna, una bella prostituta con la quale si appartano (prima il padre e poi il figlio) in un campo. Alla fine Totò e Ninetto uccidono il corvo e se lo mangiano arrosto.

dal 5.2 al 18.2
Online